Data di pubblicazione 19 Nov 2005
Editori Transcrime

Settimo Rapporto sulla sicurezza nel Trentino

Data di pubblicazione 19 Nov 2005
Editori Transcrime

Legalità, sicurezza e solidarietà nel governo del territorio tra riflessione teorica e azione politica

Realizzato per:
Provincia Autonoma di Trento

Il Settimo rapporto sulla sicurezza nel Trentino fa un’analisi dettagliata dei dati sulla criminalità nel Trentino rispetto all’Italia del Nord.
Il territorio, dal Piemonte al Friuli inclusa l’Emilia Romagna, è il protagonista di questo rapporto. I dati sulla criminalità, per la
prima volta in Italia, vengono presentati per “distretti sicurezza”, una unità di analisi che è vicina ad altre forme di aggregazioni come quelle socio-sanitarie.
Il rapporto poi si occupa delle vittime e, continuando una riflessione che viene dal lontano degli altri rapporti sulla sicurezza, discute di politiche locali per la sicurezza. Il rapporto esce in un momento nel quale i fatti di Bologna prima e quelli della Francia subito dopo ci fanno riflettere su come siano rimasti incompiuti i processi di inclusione sociale, sia che si tratti delle periferie urbane e dei loro abitanti, sia che si tratti delle periferie sociali con le cittadinanze incompiute della seconda e terza generazione dei figli di immigrati.
Queste esclusioni partono dal territorio e dalle periferie urbane, dove si concentrano tutte le forme di marginalità, e domandano una nuova declinazione dei tre concetti che sono alla base della convivenza civile: legalità, sicurezza e solidarietà.

Quale è la sintesi tra queste tre variabili? Come avere più legalità, più sicurezza e più solidarietà in tempi di risorse scarse?

C’è da ripensare tutti e tre questi concetti dando poi le risposte politiche necessarie. In tempi di aspettative decrescenti per il benessere in generale c’è il rischio di aspettative decrescenti per la sicurezza urbana. La reazione deve essere quella di riflettere sui problemi, ridiscutere le cose in cui abbiamo creduto finora, e tradurre queste riflessioni in politiche integrate della sicurezza. Il senso dell’integrazione sta proprio qui, nel collegamento sempre più stretto tra il rispetto della legalità attraverso la prevenzione della criminalità e del disordine, la produzione di sicurezza attraverso lo sviluppo di meccanismi di controllo informale e di collective efficacy, quelle di solidarietà, come politiche sociali mirate all’integrazione degli immigrati, all’assistenza delle vittime, alla riduzione delle vecchie e nuove schiavitù. C’è bisogno di paradigmi concettuali nuovi, di orizzonti problematici più ampi e di politiche nuove. In una società globalizzata i problemi di Bologna e i fatti di Parigi sono sintomi di malesseri più generali con i quali tutti noi dobbiamo fare i conti.

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