NEWS - 23 Set 2025

INVERT: risultati e strumenti di indagine contro lo sfruttamento lavorativo

Il lavoro forzato si sta affermando come finalità prevalente della tratta di esseri umani in Europa. Un recente rapporto della Commissione Europea ha rilevato che la quota di vittime di tratta sfruttate a fini lavorativi è raddoppiata tra il 2008 e il 2023, e supera oggi il 40% dei casi identificati. In un incontro organizzato da Transcrime presso la Procura della Repubblica di Milano, la Rete Nazionale Antitratta ha confermato questo trend. Infatti, considerata la prevalenza di lavoratori uomini coinvolti nello sfruttamento lavorativo, la quota di vittime maschili rilevate è aumentata dal 13% del 2017 al 52,2% nel 2025.

Questa crescita interessa in particolare i settori in cui il ricorso a subappalti, manodopera transitoria e lavoro non qualificato sono fattori endemici, come agricoltura, logistica, manifattura e moda. Un fenomeno alimentato da catene di fornitura multi-livello, in cui i grandi committenti esternalizzano la produzione attraverso reti che ricomprendono fornitori regolari, società filtro e cartiere aventi lo scopo di occultare il lavoro forzato/caporalato sottostante.

Al fine di ridurre la necessità di affidarsi alle denunce delle vittime, inibite dal timore di ritorsioni e dall’consapevolezza dei propri diritti e meccanismi di tutela, il progetto europeo INVERT (https://invert-project.eu/) — coordinato da Transcrime — ha adottato un approccio risk-based per consentire indagini proattive. Abbiamo analizzato le modalità con cui lo sfruttamento di manodopera si infiltra nelle catene di fornitura, individuandone i fattori di rischio e traducendoli in indicatori misurabili, implementati nella suite INVERT e testati in casi pilota in diversi Paesi europei.

I risultati sono stati presentati alla conferenza finale del progetto a Bruxelles il 19 settembre 2025: un confronto con forze dell’ordine e autorità, ONG, ricercatori e decisori politici.

Indicatori di rischio

Gli indicatori sono organizzati in due set complementari, risultanti dell’analisi di schemi e caratteristiche ricorrenti sia a livello aziendale che delle vittime.

Gli indicatori a livello di impresa sono stati sviluppati tramite tecniche di machine learning per assegnare punteggi di rischio e segnalare soggetti potenzialmente coinvolti i fenomeni di sfruttamento. Rientrano in tre categorie:

  1. Esposizione territoriale e settoriale – es. giurisdizioni ad alto rischio, settori labour-intensive, clustering geografico anomalo;
  2. Struttura proprietaria e storia societaria – es. assetti proprietari opachi, carenza di informazioni sui titolari effettivi, recenti incorporazioni, insolito turnover nella gestione, legami con società fallite;
  3. Anomalie finanziarie – es. outsourcing esteso, costi del lavoro dichiarati insolitamente bassi, assenza di reale attività economica.

Gli indicatori di rischio relativi alle vittime supportano gli operatori nella valutazione professionale delle potenziali vittime, tenendo conto dei percorsi migratori, delle condizioni contrattuali e lavorative, della situazione debitoria e abitativa, di eventuali segni di coercizione o trauma e meccanismi di controllo. Vista la delicatezza della procedura, non è concepito per attribuire punteggi automatici, ma per consentire valutazioni contestualizzate guidando le analisi e i colloqui e organizzando le informazioni sensibili.

Funzionalità dello strumento

La suite prototipale INVERT semplifica le indagini su catene di fornitura complesse, consentendo la visualizzazione e interpretazione intuitiva di grandi volumi di dati societari e finanziari. Automatizza attività altrimenti dispendiose per tempo e competenze richieste e facilita l’accesso a dataset pubblici, supportando decisioni più rapide e accurate senza sostituire il ruolo dell’analista. In questa logica, gli utenti vengono formati per un uso informato ed efficiente. L’interfaccia è progettata per esplorare legami, assetti societari, flussi finanziari e relazioni geografiche, scomponendo le aree di rischio ed evitando esiti “black-box”. I test pilota condotti con le forze dell’ordine hanno confermato sia le capacità predittive dello strumento sia il suo valore operativo per un’azione di indagine proattiva.

Potenziali utenti finali interessati sono invitati a contattare transcrime@unicatt.it per ulteriori informazioni.